Come superare la fine di un amore

di Bianca Crespi

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Rabbia, panico, disperazione, depressione: la fine di un amore può scatenare gli stessi sintomi di un lutto. Lo psicolo-attore Paolo Vergnani ci spiega come affrontarli e quanto tempo dobbiamo soffrire prima di sentirci rinascere

 

Rabbia, panico, disperazione, depressione: la fine di un amore può scatenare gli stessi sintomi di un lutto. E infatti proprio di un lutto si tratta, almeno a livello psicologico. In entrambi i casi, il periodo di massima sofferenza dura circa sei mesi e richiede strategie per elaborare la perdita. Paolo Vergnani, psicologo attore di Bologna (www.teatrodimpresa.it), ci spiega quali sono.

Da dove si deve iniziare dopo la fine di un legame importante? «Il primo passo è la "presa di coscienza"» spiega Vergnani. «Per arrivare ad accettare l'accaduto è infatti necessario attraversare il dolore e, possibilmente, comprendere le ragioni che hanno portato all'epilogo: il lutto, infatti, viene accettato meglio e più rapidamente, quando si riesce a dargli un senso». Solo in una seconda fase ci si potrà permettere di guardare la situazione da nuove angolature, evidenziando per esempio gli aspetti positivi della riconquistata libertà.

Per quanto tempo si vive in questa condizione? «Di solito, dopo sei mesi la sofferenza si fa meno acuta, l'ansia meno pressante e le ferite dell'orgoglio cominciano a rimarginarsi. Ci si sente meglio così, da un giorno all'altro: è l'inizio della "guarigione"».

Qual è il segreto di una corretta elaborazione del mal d'amore? «Quasi sempre, è fondamentale tenersi a debita distanza dall'ex per tutto il primo periodo: ambiguità, equivoci, ricadute possono ostacolare enormemente il processo d'accettazione individuale. Il rischio è di dover ricominciare ogni volta tutto daccapo, compreso il conteggio del semestre necessario al superamento del dolore».

 

(La Repubblica, Psicologia omeopatica, 29 giugno 2010)

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