Depressione, junk-food sotto accusa Troppi grassi fanno male all'umore

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Uno studio spagnolo pubblicato su Plos One ha individuato un legame tra il consumo di grassi insaturi e i disturbi dell'umore. Dall'analisi su 12mila volontari è emerso il rischio di cadere in crisi depressive aumenta fino al 48%

 

ROMA - Lo chiamano “cibo spazzatura” e non è un caso. Panini, hamburger, patatine e salse di ogni tipo sono alimenti che se consumati in eccesso non solo fanno ingrassare, ma possono anche indurre il rischio di depressione. A sostenere che gli effetti negativi del junk food non si limitino ai chili di troppo, all'aterosclerosi ed alle malattie cardiache è uno studio spagnolo pubblicato sulla rivista Plos One. I ricercatori dell'Università di Las Palmas di Gran Canaria hanno rilevato che chi consuma molti grassi trans vede aumentare fino al 48% il rischio di sviluppare la depressione.

Per verificare il legame tra cattiva alimentazione e depressione i ricercatori hanno seguito per undici anni 12.059 volontari. In particolare ne hanno analizzato la dieta, lo stile di vita e le malattie. Con un questionario, convalidato telefonicamente, hanno stimato l'assunzione di grassi insaturi trans, acidi grassi monoinsaturi e grassi da cucina, come olio d'oliva, olio di semi, burro e margarina. Durante il follow up dello studio, una specie di periodo di verifica durato sei anni, sono stati rilevati 657 nuovi casi di depressione. E tra chi aveva consumato molti acidi trans - più dello 0,6% dell'apporto calorico giornaliero - il rischio di sviluppare la depressione era cresciuto fino al 48 per cento.

"Negli ultimi anni  -  dice Almudena Sánchez-Villegas, coordinatrice della ricerca - abbiamo assistito a un aumento dell'incidenza dei disturbi depressivi che è andato di pari passo con un cambiamento radicale delle abitudini alimentari, ottenuto con l'introduzione nella dieta di molti grassi insaturi. Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare proprio il modo in cui la dieta e i vari sottotipi di grasso possono incidere sul rischio di depressione". il team non ha invece riscontrato alcuna associazione tra lo sviluppo del male e il consumo di olio d'oliva e di grassi “sani”, quei cibi cioè tipici di una dieta mediterranea ricca di pesce, frutta, verdura.

"Abbiamo rilevato - dice Sánchez-Villegas  -  che questo tipo di grassi sani sono associati a un minor rischio di sviluppo della depressione. Ma lo stesso discorso non si può fare per i grassi tipici proprio del junk food". Gli effetti di grassi trans sul tono dell'umore, dicono i ricercatori, dovrebbero però essere approfonditi con uno studio sugli americani: nelle abitudini alimentari Usa, infatti, circa il 2,5 per cento dell'apporto energetico deriva da grassi trans, principalmente contenuti in  alimenti artificiali.

 

(La Repubblica, 28/1/2011)

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