RAPPORTO COOP 2010 - Consumi, meno cibo e vestiti ma sempre più tv e smartphone

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Istantanea della situazione economica delle famiglie italiane, che fanno ancora i conti con la crisi. In calo la spesa per alimentari e abbigliamento, in crescita l'elettronica con in testa televisori a schermo piatto e cellulari evoluti
di MONICA RUBINO

UNA SPESA imprevista mette in difficoltà i 2/3 degli italiani, il 21% delle famiglie ammette di avere problemi nel far quadrare i conti a fine mese, mentre per l'11% è alto il rischio di non riuscire a pagare le rate del mutuo o l'affitto. Il carrello alimentare quindi si impoverisce, si risparmia su cibo e abbigliamento, si rimanda l'acquisto di nuovi mobili ed elettrodomestici. Accade però che l'unica voce in crescita sia l'elettronica, con in testa televisori a schermo piatto e smartphone. Loro traineranno la ripresa dei consumi nel prossimo triennio.

E' questa la fotografia dell'economia delle famiglie italiane scattata dalla Coop, nel Rapporto Consumi e Distribuzione 2010, elaborato con la collaborazione dell'istituto di ricerche Nielsen. Il documento analizza la situazione attuale dei consumi nel nostro Paese in rapporto al contesto europeo e fornisce previsioni per il 2011.

L'eredità della crisi. L'Italia ha subìto con maggior evidenza l'impatto sociale della crisi tanto che oltre il 37% degli italiani, contro una media dell'Unione europea del 24%, percepisce un aumento della povertà nel tessuto sociale in cui vive. Le famiglie hanno difficoltà a mantenere impegni di pagamento di carattere ordinario, come le rate del mutuo o l'affitto, per non parlare delle spese occasionali e straordinarie. Una spesa imprevista di 1000 euro mette in difficoltà 2/3 dei cittadini e il 21% (a fronte di una media Ue che non  supera il 12%) ammette di avere problemi a sostenere spese necessarie come quelle relative alla cura dei propri bambini. Di fronte a simili preoccupazioni, è inevitabile la contrazione dei consumi procapite che, nel biennio 2007-2009, si sono ridotti di oltre 600 euro l'anno a prezzi costanti, di cui 181 euro solo nella componente alimentare. Diverso l'andamento europeo dove la crisi c'è stata, ma la reazione a livello di consumi è stata diversa e meno penalizzante. Fatta eccezione per la Spagna, in Germania i consumi hanno subito una leggera flessione e sono addirittura cresciuti in Francia.

L'aumento della disoccupazione. Negli ultimi due anni si è registrata una caduta netta di 817mila occupati, solo parzialmente compensata dall'incremento dell'occupazione della popolazione immigrata (+ 405mila impiegati). Al dato, già negativo, si aggiunge una contrazione occupazionale "latente" di circa 280mila lavoratori tuttora in cassa integrazione e come tali a rischio nei prossimi mesi. A pagare di più in termini di perdita del posto di lavoro i giovani (nella fascia d'età fra i 15 e i 24 anni e fra i 25 e i 34 cadute del 14 e dell'11%), gli autonomi e i lavoratori a termine, gli occupati del Sud (-4% rispetto al -1% nelle regioni del centro nord).

Internet e gap fra le famiglie. Cresce il divario a livello di consumi anche fra le famiglie che hanno o non hanno l'accesso a internet. Le prime già nel 2008 hanno speso circa 1200 euro in più al mese rispetto alle seconde e hanno destinato più soldi allo svago, all'abbigliamento, alla mobilità: frutto sicuramente di un maggiore budget disponibile. E sono proprio queste famiglie una delle poche componenti dinamiche della società italiana dei prossimi anni.

Si svuota il carrello alimentare. La crisi ha fatto cadere la domanda per quei prodotti il cui acquisto è possibile rinviare: arredamento (-7% nel 2007/2009), elettrodomestici (-8,7%), abbigliamento (-10.9%). Ma hanno subito contraccolpi negativi anche i prodotti alimentari, divenuti l'epicentro della crisi come mai negli ultimi trent'anni (da quando, cioè, esiste la rilevazione Istat). Nella classifica dei consumi che hanno subito maggiori diminuzioni a prezzi costanti ci sono pane e cereali (-5,2% nel 2007/2009), pesce (-4,3%), latte formaggi e uova (-3,3%), olii e grassi (-3,4%). Gli italiani, più formiche che cicale, sono diventati più sobri (il 14% dichiara di aver ridotto l'acquisto di alcolici e l'11% il fumo) e hanno modificato le abitudini alimentari, eliminando il superfluo.

Hi-tech in crescita. D'altro canto tra i prodotti che hanno continuato a crescere anche durante la crisi e ancora nel primo semestre 2010 spicca l'elettronica di consumo (televisori a schermo piatto e smartphone su tutti) che da sola fa segnare un +16%. Apparecchiature e servizi per la telefonia (a partire dall'iPad), computer, audiovisivi sono in testa alla classifica dei consumi che cresceranno di più nel prossimo triennio seguiti da altre voci - farmaci e articoli sanitari, protezione sociale, servizi ambulatoriali - che fanno riferimento alle necessità di una popolazione che invecchia. In prospettiva riemergono i servizi ricreativi e culturali, le vacanze, i pasti fuori casa. Segno che, a dispetto della difficoltà economiche, gli italiani aspirano a consumi edonistici.

Le previsioni. Il primo semestre del 2010 dimostra che l'Italia è fuori dalla recessione, ma la ripresa dei consumi ancora non c'è. Secondo il rapporto Coop, nelle prime 33 settimane del 2010 il mercato della grande distribuzione ha registrato una flessione delle vendite dello 0,3%. "Il vero problema dell'Italia di oggi è la bassa produttività - dichiara Aldo Soldi, presidente Ancc-Coop-. Bisogna riattivare il metabolismo del sistema economico e stimolarne la crescita, in primo luogo con una ripresa delle liberalizzazioni che permetta all'Italia di assumere una fisionomia europea. Non c'è una ricetta unica ma una serie di azioni che, secondo le nostre stime, potrebbero generare una maggiore capacità di spesa a famiglia di circa 3mila euro l'anno, 250 euro al mese".

 

(La Repubblica, 09 settembre 2010)

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