di Bianca Crespi
... trova un tesoro, dice il proverbio. Tanto più nei momenti di crisi. Ma spesso è difficile aiutare chi è in difficoltà. Lo psicologo Paolo Vergnani ci spiega come fare
Quando un amico ha un problema, spesso è difficile trovare le parole giuste per aiutarlo: Paolo Vergnani, psicologo-attore di Bologna (www.teatrodimpresa.it), questa settimana spiega dove andare a cercarle.
«In generale, durante un periodo di crisi tutti si sentono piccoli, fragili, indifesi», spiega Vergnani. «In quei momenti, il bisogno più urgente è quello di sentirsi compresi. E accettati».
Più che parlare, dunque, è importante ascoltare? «Senza dubbio. Ma, spesso, si tende ad andare oltre, scivolando nella cosiddetta "sindrome del consigliere": colpisce più gli uomini delle donne, per le quali di solito è naturale la condivisione emotiva. E rischia di creare frustrazione in tutte le persone coinvolte: la persona in difficoltà perché non si sente compresa; l'amico in soccorso per via di un aiuto offerto e non raccolto».
Eppure, a volte i consigli sono utili... «L'importante è fornirli al momento giusto, cioè quando una persona li chiede in modo esplicito. E se davvero si ha qualcosa di sensato da suggerire: in caso contrario è meglio astenersi, dichiarando la propria comprensione della difficoltà. Un modo onesto di comunicare che, tra l'altro, accresce l'intimità».
E se di fronte a un problema l'amico va in confusione totale? «Possono essere molto utili domande che lo spingano a guardare la situazione da altri punti di vista. A una donna che ha litigato col fidanzato, per esempio, si può chiedere: "Secondo te lui come racconterebbe la scena?"».
E se, invece, l'amico s’inchioda in un’unica prospettiva? «Occorre uno scossone: per i veri amici, talvolta, può essere il momento di esibirsi in una esemplare "scenata”».
(La Repubblica, Psicologia omeopatica, 11 giugno 2010)
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