A sei anni dalla morte del suo padrone Il cane Capitano dorme ancora sulla tomba

 

StampaItaliana La moglie del defunto

credeva che anche

il meticcio fosse morto

ARGENTINA

Cinefili e cinofili conoscono molto bene la storia del fedele Hachiko, un esemplare maschio di Akita bianco, la cui dedizione affettiva per il proprio padrone commosse l'intero Giappone. All'eta' di due mesi fu adottato da un professore dell'Universita' Imperiale di Tokio. Il professore ogni mattina lasciava la città-quartiere in cui viveva, Shibuya, per andare a insegnare a Tokyo. Hachiko lo accompagnava alla stazione e poi tornava ad aspettarlo nel pomeriggio. Un giorno il professore muore, colto da un ictus mentre sta insegnando. Hachiko, che non lo sa, lo attende alla stazione di Shibuya e continuera' ad attenderlo ininterrottamente per dieci anni. Fino alla sua morte nel marzo del 1935 a causa di una malattia parassitaria.
Nel frattempo Hachiko era diventato la mascotte di un paese intero. I giapponesi andavano a Shibuya, quasi in pellegrinaggio, pur di vederlo e accarezzarlo. In una piazza eressero una statua in suo onore. La sua fama aumento' col passare degli anni. Divento' una star dei manga, dei disegni animati, fu immortalato da due film e da centinaia di libri. Ora anche l'Argentina ha il suo Hachiko, o meglio, la citta' di Villa Carlos Paez. Si chiama Capitano e alla sua storia si commuoverebbe persino un usuraio venezuelano.
Nel 2005 Miguel Guzman rincasa con un regalo per il figlio Damian, un pastore tedesco dal pedigree un po' anarchico. La moglie brontola. Un cane in casa significa altro lavoro, specie adesso che e' cucciolo pero' alla fine acconsente che faccia parte della famiglia. Ma il 24 marzo del 2006 Miguel Guzman muore. In quei giorni nessuno nota l'assenza del cane che ricompare solo qualche giorno dopo i funerali del suo padrone. Annusa ogni angolo della casa e se ne va un'altra volta. Ricorda la signora Guzman che si accuccio' a mezzo isolato da casa sua. "Stava con le orecchie tese, vigile, come se sapesse che da un momento all'altro sarebbe ricomparso il suo padrone. Ogni mattina mi alzavo guardavo fuori dalla finestra e lo trovavo sempre li'. Sempre nello stesso posto. Sempre vigile e in attesa. Finche' un giorno non lo vidi piu'". Penso' che fosse morto o che era stato adottato da un'altra famiglia. Capitano sembro' uscire definitivamente dalla sua vita.
Un giorno Veronica Guzman e suo figlio Damian vanno al cimitero di Villa Carlos Paez. Appena si avvicinano alla tomba di Miguel sentono latrare, quasi un pianto. E' il Capitano. Quando e' il momento di tornare a casa lo chiamano ma lui non li segue. Resta accanto alla tomba del suo padrone. La cosa incredibile in questa storia e' che Miguel Guzman mori' nell'ospedale di Carlos Paez e da li' fu immediatamente trasferito in una camera ardente molto distante dalla casa in cui aveva abitato. Tutto lontano dagli occhi del Capitano. Come il cane sia risalito al Cimitero e' un mistero. La domenica successiva la signora Guzman e il figlio tornano a far visita a Miguel. Il Capitano e' sempre li'. A vegliare il suo padrone. Quando se ne vanno il cane accetta di seguirli, resta un po' in casa con loro ma alla fine ritorna al cimitero. Ad oggi, il cimitero di Carlos Paez e' la nuova casa del Capitano.
Marta la fioraia del cimitero assicura che il cane fece la sua comparsa nel cimitero nel gennaio del 2007. "Zoppicava perche' aveva una zampa fratturata. Chiamai un veterinario che gli inietto' degli antintinfiammatori mentre i miei figli gli steccarono la zampa. Si e' fatto subito benvolere. I ragazzi gli danno da mangiare. Ho cercato piu' volte di portarmelo a casa ma lui non si allontana mai dalla tomba del suo padrone. E' commovente l'affetto che continua ad avere per lui". Veronica Moreno Guzman ricorda la prima volta che suo marito le porto' in casa il Capitano: "Tutti dicono che e' una grande storia. All'inizio non lo volevo, la casa era piccola, piu' che un regalo vedevo quel cucciolo come una palla al piede. Ora - confida con occhi velati dalle lacrime - mi fa tenerezza. E so che non solo veglia mio marito. E' come se Miguel fosse sempre accanto a lui".
Hector Baccega, il direttore del cimitero conosce questa storia in tutti i suoi dettagli:"E' venuto qui da solo e da solo ha trovato la tomba del suo padrone. Passeggiamo per il cimitero tutto il giorno ma alle sei in punto Capitano e' sempre accanto alla tomba di Miguel. Capitano ci regala una grande lezione di cui dovremmo fare tesoro. Dovremmo imparare ad apprezzare di piu' il ricordo dei nostri cari estinti. Noi li dimentichiamo in fretta, distratti dalla vita, dalle nostre preoccupazioni, dal nostro egoismo. Gli animali ci insegnano invece una dedizione affettiva, una fedelta', una riconoscenza che noi umani abbiamo smarrito da troppo tempo".

 

(La Stampa, LAZAMPA, 14/9/12)

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